sabato 2 maggio 2015

La violenza che subiamo noi schiavi sospesi tra la vita e la morte

Adesso basta. E` da ieri che una folla di benpensanti sta inondando il web con commenti denigratori nei confronti del movimento #NoExpo per la presunta devastazione dell'operosa citta` di Milano. Ovviamente nessuno di loro ha mosso il culo da casa, anche quelli che a Milano ci vivono, per andare a farsi un'idea di persona. Cosa sono, d'altra parte, le manifestazioni se non raduni di facinorosi?
Violenza, dicono. Parlano di violenza. E si scandalizzano per le vetrine delle banche rotte e per le automobili incendiate. Ma c'e` violenza e violenza. Certo non si indignano per quella che ogni sacrosanto giorno affligge un'intera generazione. E` la violenza del precariato, del capitalismo neoliberista, che ha ridotto centinaia di migliaia di giovani, in tutta Europa, a lavorare gratis, come schiavi. E` la violenza di chi, parte dello stesso sistema, ha avvelenato le nostre terre e ci ha fatto ammalare e privato della salute.
Ho 35 anni, mi sono ammalata di cancro a 30 dopo aver vissuto in alcune delle aree piu` inquinate d'Italia, la Puglia e la Campania, non ho un lavoro retribuito. Sono una schiava sospesa tra la vita e la morte. Perche` nessuno si indigna per quello che e` stato fatto a me e a chi si trova nella stessa situazione? Perche` voltate la faccia dall'altra parte? Di questa violenza cieca e assassina siete complici, maledetti.

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