venerdì 6 febbraio 2015

Il miracolo di Rachel

Non l'ho mai conosciuta, ma la sua vita e la mia si sono intrecciate. E lei non lo sapra` mai. Rachel Chateem Moro e` morta il 6 febbraio di 3 anni fa. All'epoca stavo ancora facendo la terapia con Herceptin e questo blog non esisteva. Quello di Rachel si, invece, ed e` stato tra i primi che ho cominciato a seguire (qui). Come seguivo le attiviste americane via Twitter. E` stato tramite loro che ho appreso della morte di Rachel, a soli 42 anni a causa del cancro al seno che l'aveva colpita nove anni prima.
Rachel era una donna intelligente, acuta e sarcastica. Lo si capisce leggendo quanto scriveva sul suo blog sulle politiche di pinkwashing portate avanti da Susan G. Komen (qui) e cosi` la ricorda chi ha avuto la fortuna di conoscerla di persona (qui). Era nata in Australia, dove aveva trascorso i primi 27 anni della sua vita e dove, sui banchi di scuola, aveva conosciuto Jo a cui la legava un'amicizia che ha superato la distanza tra i continenti. Rachel si e` trasferita negli Stati Uniti, dove e` stata colpita dalla malattia che l'ha portata alla morte e Jo, invece, in Inghilterra, a Brighton. Ed e` stato a Brighton, durante la prima proiezione del documentario Pink Ribbons Inc. che ho contribuito ad organizzare nel marzo del 2013 che l'ho incontrata per la prima volta (qui). A film finito, nel corso del dibattito, Jo, con gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo fiero era intervenuta per sottolineare come il cancro al seno non sia un nastro rosa ma una malattia che uccide migliaia di donne e aveva fatto riferimento alla sua amata amica Rachel. Era grazie a lei che aveva saputo del film e per lei era venuta a vederlo. Non ero sicura che si trattasse della stessa persona, ma alla fine della serata, sono corsa da Jo che me l'ha confermato. E ci siamo abbracciate, Jo ed io, e non ci siamo piu` lasciate. Dopo quella sera ci siamo viste molte altre volte e, insieme ad altre donne, abbiamo creato un'associazione, Brighton Breast Cancer Action, con l'intento di portare nella citta` in cui viviamo il messaggio di Rachel, di questo blog e di tutte le donne che sono stanche di vedere la loro malattia mistificata e trasformata in business, come se fosse un giocattolo, senza che nessuno si preoccupi di mettere in atto misure per fermarne la diffusione. 
Rachel non c'e` piu` e manca moltissimo ai suoi familiari e ai suoi amici. Questa donna straordinaria, trasformatasi da commercialista in antropologa, capace di sfidare i ricchi ed i potenti, anche da morta e` riuscita a compiere un piccolo miracolo, consentendo a me e Jo di incontrarci e sentirci sorelle in quanto donne. Grazie Rachel. Con te nel cuore, noi continuiamo.

Una versione in inglese di questo post e` stata pubblicata dal Breast Cancer Consortium (qui)

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